Ricerca

lunedì 1 agosto 2011

Le chiamano barriere di contenimento, perché?


L’auto di Kubica e ciò che resta del guardrail: cosa abbia contenuto non si sa. Di certo ha tranciato le mani del pilota (foto Pagina dello Sport)


Quando sono vecchie e mal progettate, uccidono come un plotone di esecuzione e, purtroppo, “non c’è legge che tenga”
La proposta dell’Asaps: agli enti proprietari l’equivalente economico di ogni vita salvata
Nel 2011 su 153 incidenti mortali totali del fine settimana ben 71, cioè il 46,4%, sono proprio dovuti a fuoriuscita dalla sede stradale o impatto contro ostacolo fisso!

(ASAPS) FORLÌ, 7 marzo 2011 – L’auto dei Carabinieri che esce di strada sulla Salerno-Reggio Calabria e il conducente, un appuntato, muore; un’altra auto precipita da un cavalcavia e finisce sull’autostrada A1, nei pressi di Modena. Anche in questo caso il conducente muore. Queste due morti hanno, ovviamente, qualcosa in comune: la barriera di contenimento, in questi due casi un guardrail, non ha ottemperato alla propria funzione. Contenimento è una parola che deriva dal verbo contenere e indica l’azione di frenare, limitare, ridurre. Se si parla di spesa pubblica ci si riferisce ai consumi voluttuari, ma se si parla di un corpo in movimento, in questo caso un veicolo, beh…

Da anni, ormai, sappiamo che una cosa è la causa d’incidente, altro è invece ciò che causa la lesione o la morte. Esempio: viaggio in auto, a velocità consentita, ma a un certo punto mi addormento. Il veicolo che fino a un istante prima conducevo si libera di me e dell’azione di conduzione che fino a quel momento esercitavo su di lui. La velocità diminuisce ma devia dalla sua traiettoria originaria. Finisce contro una barriera laterale e qui proponiamo due possibili esiti:
a) Vado a sbattere, indosso le cinture, ma la barriera tiene. Danneggio gravemente la macchina ma io mi risveglio indenne. Spaventato ma illeso;
b) Vado a sbattere, indosso le cinture, ma la barriera non tiene. Finisco nel vuoto e muoio.
Capirete che le varianti possono essere infinite, ma l’assunto dal quale purtroppo dobbiamo partire è spesso uno solo: le barriere di contenimento di troppe strade sono, in Italia, vergognosamente inefficaci.
Il problema è che non esiste una norma che obblighi l’ente proprietario di una strada, dall’Anas in giù, a sostituire una barriera perché ormai superata e obsoleta, oltre che manifestamente e logicamente pericolosa.
Tanto per farvi capire di cosa stiamo parlando, basta rammentare il tremendo incidente occorso a Robert Kubica lo scorso 6 febbraio: in quell’occasione il pilota polacco di Formula Uno, testa di serie con la Lotus Renault, stava correndo una prova del rally di Andora (Savona) quando, perso il controllo della Clio con cui si stava cimentando, è finito contro il guardrail.
Quando i motociclisti si riferiscono a lui definendolo una ghigliottina, non lo dicono per scherzo: la lama della barriera si è staccata dalla piantana e ha tagliato la vettura come un coltello rovente nel burro, attraversandola per intero.
I casi di auto e corpi affettati sono tanti. Ancor più quelli di motociclisti e ciclisti. Tante anche le fuoriuscite.
Eppure, nonostante queste evidenze, non esiste una legge che obblighi chi amministra le strade a sostituire le barriere di contenimento con prodotti di ultima generazione. Per questo, se vi fate una passeggiata in qualche strada di montagna, potrebbe capitarvi di vedere ancora pali di ferro arrugginiti fissati in orizzontale tra una pietra miliare e l’altra, o guardrail alti sì e no trenta centimetri da terra. Quando qualcuno ci va a sbattere, la sua assicurazione comprerà una barriera nuova, grande solo quanto la superficie danneggiata. Se vi capita di percorrere qualche strada o autostrada e vedere che il guardrail laterale o centrale, vergognosamente basso, ogni tanto si alza come se fosse la gobba di un cammello, per tornare subito dopo all’altezza “standard”, beh… è probabile che si tratti di punti d’impatto “ripristinati” ex lege.
Che è vergognoso lo abbiamo già detto?
La conseguenza di questa permanente vacatio legis è che difficilmente si riesce a fare giustizia e anche questo a causa di una pluralità di fattori. Quali?
In primis, l’ignoranza e la superficialità, anche di quelli che si trovano a rilevare il sinistro, ma anche di chi poi non fa valere certe evidenze in aula, avvocati, pubblici ministeri e giudici. C’è poi da dire che ogni evento ha particolarità uniche e suggestive. Un esempio ce lo fornisce proprio il caso di Kubica: nessuno si è scandalizzato del fatto che il pilota si sia praticamente tranciato le mani nell’incidente e che se non fosse stato per l’abilità dei medici gli sarebbero state amputate. Questo perché la gente ritiene che se il pilota andava forte è un po’ come se sia andato in cerca di guai, ma così non è! Un’auto lanciata a 50 all’ora ha un peso che molte barriere riescono a contenere ma che, in caso di impatto diretto con un corpo umano, possono tranquillamente recidere arti e teste.
Non abbiamo dati da sfoggiare, come di solito l’Asaps riesce a fare, e sapete perché? Perché non è possibile desumere queste informazioni da come i modelli statistici Istat sono oggi concepiti. Una fuoriuscita di strada non è considerata la conseguenza di una cattiva protezione del piano viabile, ma come un comportamento del conducente o come una semplice constatazione: il veicolo è fuoriuscito, senza indagare se ciò sia avvenuto dopo l’impatto contro qualcosa o in assenza di protezione.
Però come al solito l’Asaps riesce ad estrapolare dal ricchissimo cilindro dei suoi dati un elemento interessante. Uno specifico elemento che l’associazione forlivese ha iniziato a raccogliere proprio da inizio 2011.
Sapete che dalle dinamiche degli incidenti del fine settimana rilevati dalla Polizia Stradale e dai Carabinieri abbiamo potuto verificare che nei primi 2 mesi di quest’anno su 153 incidenti mortali totali ben 71, cioè il 46,4% sono proprio dovuti a fuoriuscita dalla sede stradale o impatto contro ostacolo fisso? Cioè quasi la metà degli incidenti è ricollegabile a modalità nelle quali non sono coinvolti altri veicoli? Quanti sono gli incidenti in cui il guard rail è stato negativo protagonista? Questa ulteriore distinzione i dati che raccogliamo non ce la precisano, ma quanto sarebbe interessante vi pare?
Così, in questo bailamme, ogni morte stradale viene discussa in un tribunale in modo diverso, spesso senza che a chi indaga ed a chi giudica siano forniti idonei strumenti conoscitivi tali da poter dimostrare un effettivo nesso di causalità tra la dinamica dell’incidente effettiva e quella che sarebbe invece stata se la barriera avesse adempiuto allo scopo per cui era stata prevista.
Insomma, la vittima andava forte, oppure era in stato di ebbrezza. Ci scandalizziamo, giustamente, per chi si suicida in prigione o per chi muore durante operazioni di polizia o sul lavoro, ma morti come quelle che stiamo commentando sarebbero tutte facilmente evitabili. La tecnologia ha già sfornato le barriere ideali, quelle che non fanno male a nessuno, ma nessuno le installa.
Perché?
Costano forse troppo?
È una scusa alla quale noi non crediamo più. Ma se così fosse, un’idea ce l’abbiamo: perché non destinare, agli enti proprietari delle strade, l’equivalente di ciò che costano alla società le vittime della strada se l’ente dimostra di investire per ridurre la sinistrosità? Insomma, se in un determinato tratto di strada in cui muoiono dieci persone all’anno si azzera la mortalità, perché non destinarvi l’equivalente di quanto avremmo dovuto tutti noi sborsare per coprire le spese di una vittima?
L’alternativa la conosciamo già. (ASAPS)

 a ha detto...Condivido tutto hai analizzato il problema e spero che si trovi una soluzione. Come i guardrail anche gli alberi a bordo carreggiata sono delle minacce. Certo la velocità fa molto ma se metti una cosa per proteggere non può esserti fatale, perchè progettata male o concepita con vecchi presupposti, per mezzi antichi, con concetti superati.
attilio

Cianti Sergio ha detto... L'alternativa certamente che la conosciamo, caro Lorenzo, sappiammo bene che che la tecnologia ci può essere di grande aiuto su questo tema, il problema è come divulgare questo messaggio di vita su le strade è radicato nel pensiero comune che chi compie un fuori strada ho inpatta con un ostacolo fisso è colpa sua, gia colpa sua.
mi pare sia la stessa storia delle precipitazioni di pedoni da i viadotti, la ricordiamo bene vero Lorenzo!
ora una stupida rete impedisce quei salti, chissà perchè!

Lorenzo Borselli ha detto... Sergio, averti qui è una gioia immensa.
E un onore.
Ma lo sai che ci sono ancora viadotti che non le montano? E' un affronto!

Stefano di Nino ha detto...Lorenzo, come hai ben evidenziato in questo articolo spesso la causa dell'incidente è erroneamente imputata al conducente ma ti posso assicurare che seppur in assenza di dati "certificati" ne ho visti, con la mia professione di operatore su ambulanze 118, moltissimi d'incidenti stradali in cui sono proprio gli ostacoli fissi (malamente posizionati, non conformi o addirittura assenti) i veri responsabili di infortuni o decesso di persone a bordo di veicoli incidentati. Incidenti simili a quelli di Kubica me ne sono capitati almeno una decina con il guard rail completamente conficcato all'interno delle auto ed in alcuni casi è stata solo la buona sorte se i danni sono stati limitati per altri purtroppo non è proprio stato così, stessa identica cosa capita al motocicista che ha la sfortuna di finire contro i paletti (in basso) che sorreggono i guard rail, sono praticamente devastanti e letali!! ma cosa si aspetta ad investire sulla sicurezza stradale? - vabbè... attualmente è solo utopia!!

Lorenzo Borselli ha detto...Qui si mena il can per l'aia, Stefano! Ma non vedi che è dalla spedizione dei Mille che la Salerno reggio Calabria è in costruzione e non l'hanno ancora finita? Qui si pensa soprattutto a far quattrini, altro che!

Francesco ha detto...Il guard-rail è posizionato per contenere, hai detto giustamente, Lorenzo. Deve impedire la fuoriuscita di un veicolo dalla sede stradale, così come deve impedire i salti di carreggiata - anche di un autoarticolato sovraccarico con il conducente addormentato - e, soprattutto, non deve trasformarsi in giustizia sommaria ed implacabile per i motociclisti o gli scooteristi che hanno la sventura - o la ventura, quando se la vanno a cercare - di finire per terra e strisciare sull'asfalto uscendo di strada. Non sono tra quelli convinti che i veicoli, o le strade, o le condizioni atmosferiche, uccidano gli ignari ed incolpevoli utenti della strada. Sono i conducenti che sbagliano e coinvolgono spesso altri utenti nei loro errori. Ma, di certo, le conseguenze di un errore non possono essere aggravate da ciò che dovrebbe essere posto a sicurezza, anche di chi sbaglia. I vecchi guard-rail, così come quelli mal progettati o mal posizionati, sono una vera e propria insidia stradale, altro che barriere di contenimento!

Sergio Cianti ha detto...
L'onore è mio Lorenzo.
dei viadotti ancora non protetti lo so, eppure ho cercato di mettermi in contatto con chi a subito quella morte ingiusta, nessun riscontro.
morale: mi viene il dubbio che si cerchi i risarcimenti che giustizia per le vittime.
ritornando al problema esposto, ripongo la domanda "che fare".
propongo una iniziativa, a giorno ho un incontro con un consigliere regione toscana, mi invii del materiale in riguardo ai nuovi guard, rail, in modo che possa rompere......
questo silenzio

Enrico ha detto...
Seriamente:
punto 0) Persino l'Ente proprietario della strada ha fatto 'ricerca e sviluppo', vedi le barriere ANAS H2 BL–SM dove SM sta per 'Salva Motociclisti' (fonte e dettaglio in http://www.stradeanas.it/index.php?/news/dettaglio/id/559)
punto 1) Risposta di un qualsiasi Direttore di Tronco autostradale,Ingegnere Capo Compartimento, Direttore Viabilita' Provinciale, Ufficio Tecnico Comunale (tutti si appoggiano a potenti Societa' Assicurative esterne):
Art. 141 CdS (rileggetelo): la colpa è quasi mai della strada.
punto 2) Il 'premio', NO. ASSOLUTAMENTE NO. Finirebbe pappato in un sol boccone e non di certo per l'aumento di sicurezza.
Vogliamo seriamente farci ascoltare da chi dovrebbe ? Chi puo' aiutare in questo ?

Lorenzo Borselli ha detto...
Il parere dell'AMI
Sono 1500 i motociclisti morti ogni anno: segnali e guardrail assassini della strada
ROMA 10.03.2011 - Un lampione o il guard rail, magari appena fuori da una curva: è questa la 'scena del criminè più diffusa negli incidenti in moto, dopo lo scontro con le auto. E ogni anno a lasciarci la vita sono oltre 1.500 motociclisti. A lanciare l'allarme sui pericoli per i centauri è Marco Guidarini presidente dell'Associazione motociclisti incolumi Onlus (Ami Onlus) e medico traumatologo del Servizio 118 di Siena. L'occasione è l'inaugurazione oggi nella Capitale della terza edizione del Motodays, salone delle moto e scooter del Centro-sud Italia, alla Fiera di Roma. «Se uscendo da un curva, anche solo a 40 km orari si scivola con la moto e si va a sbattere contro ostacoli fissi come guard rail, alberi o lampioni, questo significa andare incontro a gravi pericoli per la vita».«Ogni anno in Italia perdono la vita sulle strade oltre 1500 motociclisti soprattutto tra i 30 e i 40 anni - afferma Guidarini - e le barriere 'New Jersey', che si pensa possano proteggere, sono invece nel 30% dei casi fatali. Se poi consideriamo - prosegue il medico - che la causa principale dei sinistri per le due ruote è nel 50% dei casi l'impatto contro un ostacolo mobile, l'altro 50% è diviso tra guard rail e segnali verticali». Se poi si scivola con il proprio scooter e non si indossa un abbigliamento adeguato il rischio è quello di procurarsi, nel migliore dei casi, un'abrasione.

Lorenzo Borselli ha detto...
Il parere delì'AMI (2)
«Più spesso una lesione della cuffia dei rotatori, fratture della clavicola, della tibia o del perone. Ma - sottolinea il presidente dell'Ami - oltre il 60% dei traumi sono cranici e cervicali, seguiti da quelli addominali e toracici, dovuti invece all'urto contro un ostacolo fisso. Questi ultimi però, possono portare alla rottura della cassa toracica e alla lesione della milza o del fegato. Principali cause di morte per il motociclista». Per gli esperti, nella prevenzione degli incidenti su due ruote l'esempio da seguire è quello degli autodromi. Quindi in primis: vie di fuga dalla carreggiata senza ostacoli. Per Guidarini, infatti, «distrazione e velocità elevata sono le cause degli incidenti, ma le lesioni vengono causate proprio dagli ostacoli. Negli autodromi - prosegue - hanno agito sulle cause, mentre non hanno diminuito le velocità, raddoppiate dagli anni '70. Oggi arriviamo a superare i 340 km orari con una Ducati. Ma sono stati messi in sicurezza gli spazi di fuga. Prima sulle piste c'erano guard rail ovunque e si verificavano fino a 9-10 morti l'anno, oggi fra i motociclisti professionisti si arriva al massimo a una vittima ogni dieci anni». Mai dimenticare, appena si sale in sella, le protezioni passive come il casco integrale e il paraschiena. Secondo il numero uno dell'Ami «queste lavorano al 100% in caso di scivolata e la sopportano benissimo.Ma se ho la sfortuna di colpire a 60 km orari un palo o un albero sul ciglio della strada nessun casco può proteggermi. Subirò l'iperestensione delle vertebre cervicali e sicuramente un danno fatale». Un soluzione da tempo in commercio è il giubbino provvisto di 'air bag', evoluzione di quello predisposto sulle auto. «Sono 10 volte più efficaci di un paraschiena - afferma Guidarini, istruttore della Federazione motociclistica italiana - grazie ad un cuscinetto d'aria di 10 centimetri, che esplode gonfiandosi nell'impatto e attutendo la caduta». L'Ami Onlus da anni si occupa anche di educazione stradale , con corsi di guida sicura per motociclisti e scooteristi. «L'esuberanza giovanile in moto può essere un pericolo - afferma l'esperto - ma gli italiani in generale mancano spesso di una buona educazione stradale. Il patentino per le due ruote anche per i minorenni non dà quell' esperienza che servirebbe. Non basta saper fare all'esame di guida lo slalom tra i birilli: bisognerebbe puntare anche sulla conoscenza delle dinamiche di incidenti stradali, e il comportamento della moto in condizioni estreme, frenata sbagliata, pioggia o ghiaccio. Noi come associazione - conclude - lo facciamo da anni e lo riteniamo utile».
Fonte della notizia: ilmessaggero.it

Stefano Balboni ha detto...
Concordo su quanto hai preso in analisi e sui punti
di pericolo dei guardrail. E penso anche a dove mancano. Ti racconto, forse sai la notizia di un fatto avvenuto in provincia di ferrara:
un ragazo, alcuni anni fa 5 o 6 non ricordo bene una notte tornando a casa uscì di strada e finì in un canale. Venne trovato dopo alcuni giorni da un amico di famiglia, un'ispettore della polstrada di Ferrara, anch'esso deceduto poi in un tragico incidente stradale dopo essere uscito dal lavoro.
La famiglia di questo ragazzo si è battuta in tutti i modi sostenendo che con un guardrail a lato della strada il ragazzo probabilmente sarebbe ancora vivo. A distanza di qualche mese la Provincia, proprietaria della strada fece installare la barriera. QUESTA è OGGI GIà INCIDENTATA!!! Non commento la notizia che ti ho riportato....
Ciao

Massimo ha detto...
Buongiorno leggendo l'articolo pubblicato sul blog , mi permetto di dire che i vari enti oppure spa sono ASSOLUTAMENTE DELLE ASSOCIAZIONI A DELINQUERE ! Senza nessuna remora affermo questo , e loro sanno benissimo che le varie sentenze giurisprudenziali le condannano fermamente sia a livello civile che penale pertanto quando un'amministrazione comunale , oppure l'astral , oppure l'anas , oppure la società autostrade sa che sulla sua pertinenza vi sono installate delle barriere più basse di 90 cm , oppure che siano esteticamente deteriorate , non le cambiano, e non ne installano di nuove e tecnicamente sicure , perché il ministero delle infrastrutture dipartimento della sicurezza stradale non emette provvedimenti in tal senso ?
Per non uscire dal discorso e instaurarne un'altro differente sempre per la precisione , vi è una accondiscendenza tra le funzioni dello stato : il comune non viene punito dalla magistratura e via così , e a magistratura non si attiva se prima non ci scappa il morto per tanto ........

Lorenzo Borselli ha detto...
Non è esattamente così, Massimo, nel senso che la magistratura non può inetrvenire su tutto. Manca una legge precisa, che obblighi gli enti proprietari della strada a mantenere sicure, anche in chiave di modernità, le arterie.
Non è esattamente così, ma poco ci manca.

Stefano di Nono ha detto...
Mi sembra che nei giorni scorsi sia stata recepita dall'Italia una direttiva europea nella quale si parla proprio di questo, ovvero della sicurezza delle infrastrutture sia di nuova progettualità che gia esistenti!!
a questo link potete leggere la direttiva Europea sulla gestione della sicurezza delle infrastrutture stradali: http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/sicurezza_strade/direttiva.pdf
come dire... speriamo bene e che si applichi presto!!
intanto la notte scorsa ennesimo incidente stradale sulla SR Pontina nei pressi della località Aprilia (LT) simile a quello di Kubica... una ragazza alla guida della sua auto per cause ancora imprecisate sbanda ed impatta contro il guard-rail, risultato amputazione di una gamba (ed altri danni ancora da stabilire) a causa del conficcamento e trapasso del vecchio guard-rail all'interno del veicolo. Ora... vorrei dire... ma possibile che siamo ormai nel 2011 ed ancora stiamo a discutere di queste inefficienze e pericoli stradali? quando ci sono sistemi di contenimento da utilizzare sulle strade molto ma molto più sicuri dei comuni guard-rail!! non sarebbe forse il caso di pensare un pò meno alla bustarella dell'amministratore di turno e forse un pò di più alla salvaguardia della vita di tutti noi?
scusate lo sfogo ma quando vedo ragazzi rischiare la vita per queste inefficienze vado su tutte le furie!!
Saluti
Stefano di Nino

Enrico ha detto...E non finisce qui.
Per chi ha memoria:
http://www.lavocedelnordest.it/articoli/2011/04/20/4345/a4-autovie-in-perizia-errore-calcolo
Ricordate l'incidente di Cessalto?
Anonimo ha detto...VORREI ESSERE INFORMATO AUTO VA IN CUNETTA L' IMPATO ALLA ROCCIA FA VOLARE VIA IL MOTORE, AUTISTA FERITO,
IL PADRONE DELLA STRADA PUO' AVERE COLPA ?
..............................................
CRAZIE - EVA
Anonimo ha detto...grazie... speriamo di vederlo
Lorenzo Borselli ha detto...@Eva: è un po' generica, come descrizione della dinamica. L'auto va in cunetta? che vuol dire? a che velocità ci è andato? che tipo di strada? quale segnaletica? stato del fondo stradale?


Nessun commento:

Posta un commento

La regola è semplice: firmarsi.