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lunedì 22 aprile 2013

Sono passati nove anni da quando Stefano Biondi ci è stato portato via
Il ricordo dell'ASAPS per un grande servitore dello Stato, Medaglia d'Oro al Valor Civile

Ora la sorella Marzia è entrata nella famiglia della Polizia di Stato



(ASAPS) Sono passati 9 anni da quando in quel drammatico pomeriggio del 20 aprile 2004 una maledetta Porsche nera con a bordo dei trafficanti di droga, investì  volontariamente e uccise il nostro Stefano Biondi agente della Polizia Stradale della Sottosezione di Modena Nord, reparto di frontiera nel contrasto al crimine oltre che per la sicurezza stradale. 

Oggi ricordiamo quel giorno e quelli dopo con il suo funerale di Stato, con il dolore immenso di mamma Loredana, papà Luciano e la sorella Marzia, così come ricordiamo nitidamente il dolore di tutti i suoi colleghi e colleghe, giovanissimi, smarriti, ma determinati a cominciare dal comandante Giancarlo Alberti e dal vice Gabriele Gibellini, un'altra bellissima persona che ci ha lasciato prima del tempo e ha raggiunto Stefano. Recentemenete anche il Capo della Polizia prefetto Manganelli ci ha lasciato e ha raggiunto la dimensione di Stefano, uno dei suoi migliori uomini, deceduto quando Manganelli era il vice Capo.

Unico fascio di luce buona dopo quello strappo fu la conferma in cassazione della condanna all'ergastolo e a 14 anni per i due assassini di Stefano. Uno dei quali per altro ottenne proprio lo scorso anno un permesso dal carcere e occupò quel tempo, troppo generosamente concessogli, facendo un'altra rapina, ma venne intercettato e arrestato dalla Volante di Bologna. Stefano ovviamente sa tutto, anche perché noi ci premurammo di scrivergli una lettera per comunicargli l'accaduto.

Stefano, come lo scorso anno, ora mi rivolgo direttamente a te,  ti prego di non chiederci a  distanza di 9 anni cosa rimane... Ci metteresti in profondo imbarazzo. Rimane il dolore inesorabile e insopportabile della tua cara mamma, di tuo papà e di tua sorella. Rimane la tristezza dei tanti amici e colleghi della polizia e dell'ASAPS  che come me ti hanno voluto molto bene.
 Ti prego di non chiedermi poi nulla di come va la gestione della sicurezza e l'attenzione verso le forze polizia, ti dovrei raccontare ancora cose deludenti, anzi mortificanti per i tuoi colleghi e ancora di più  per te che lo Stato lo hai servito senza riserva alcuna, vita compresa.

Non mi chiedere come va l'economia, ti dovrei dire (ma tu lo sai) che a parte le forze di polizia che sono con mezzi e tecnologie al lumicino è proprio tutto il Paese che se la passa male, molto male. Il lavoro (escluso quello dei delinquenti) cala, la miseria (esclusa quella dei delinquenti) cresce. Le famiglie sono più povere, persino il clima è cambiato, in peggio.
Poi dovrei parlarti anche della politica,  però come ti dicevo non te la prendere, ma non posso proprio! Non insistere non posso!!
A una medaglia d'Oro come te caduta eroicamente (a turno di servizio scaduto) per difendere la legalità del nostro Paese certe cose non si possono raccontare, no! (tu secondo me le sai pure queste!!).
Stefano sapessi (ma lo sai) quante cose sono cambiate in questi 9 anni, tantissime e, purtroppo tutte in peggio! Non ci chiedere com'è la situazione politica, non sapremmo neanche da dove cominciare per descrivertela. Ti possiamo solo dire che nella confusione totale si è ricorsi alla conferma del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, unico punto fermo in una condizione confusa per un Paese che scivola verso la disperazione, soprattutto per il lavoro e per i giovani.
Ma allora cosa rimane mi chiederai.
Rimane tanta gente onesta che ha voglia di far ripartire questo Paese, che ha voglia di costruire un futuro decente per i propri figli e nipoti che, quasi persi, annaspano alla ricerca di un lavoro, pulito, onesto, così come eri pulito e onesto tu. L'unica notizia buona è il fatto che tua sorella Marzia, ha raccolto il tuo testimone,  è entrata a far parte della famiglia della Polizia e proprio in questi giorni dopo il corso, sarà assegnata al CAPS di Cesena, ma per questa novità così positiva ci avrai messo una mano sicuramente tu. Marzia onorerà la divisa che tu hai portato per primo in famiglia.

Rimane poi un mare immenso di affetto per te che ti pensiamo come un simbolo e un punto di riferimento  anche con la speranza che questo Paese torni a meritarti: oggi, non me ne volere Stefano, non è così! E tu lo sai...
Buona strada lì dove sei amico mio e a rivederci...


Giordano Biserni

Presidente ASAPS
> GIUSTIZIA E’ STATA SERVITA CONFERMATI IN APPELLO ERGASTOLO E 14 ANNI AGLI ASSASSINI DI STEFANO BIONDI

3 commenti:

  1. Mirko Reggidori, Imola22 aprile 2013 alle ore 07:09

    Un bacio al mio amico Stefano! Mi manchi.
    Un altro bacio per Marzia, conosciuta insieme a tutta la famiglia ai tempi in cui Stefano era con noi, complimenti per il fine corso! A presto

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  2. Saluto un angelo di nome Stefano, provando allo stesso tempo schifo e disgusto per quello che il suo assassino ha scritto sulla rivista per detenuti "Ristretti Orizzonti", affermando che non voleva investirlo, che lo aveva colpito di striscio e che la morte era dovuta alla caduta sull'asfalto, quando tutti sanno che lo investì in pieno con l'intenzione di ucciderlo, pur non essendo affatto indispensabile alla fuga sua e del suo degno complice. Per non parlare del delirio della madre, che dopo la sentenza andò ad insultare il giudice nel suo ufficio (da allora al Tribunale di Reggio Emilia non si può più accedere direttamente agli uffici dei giudici, ma bisogna annunciarsi al citofono e farsi aprire un portone). Evidentemente certi figli sono degni di chi li ha messi al mondo. A Fabio Montagnino auguro solo di marcire in carcere.

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    1. Sono andato a leggerlo, quello che Montagnino ha scritto. Si lamenta perché dice che l'ha preso di striscio, che lui non voleva. Beh, io l'ho visto nella bara, Stefano. Era ridotto male perché era stato centrato in pieno e la rapina... mica lo dice che aveva "rapinato" un carico di droga. Beh, francamente spero che il "fine pena mai" sia davvero "mai". Perchè il "fine morte mai" al nostro Stefano non glielo toglie nessuno.

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