Ricerca

lunedì 16 gennaio 2012

Lettera a Niccolò. Ci sono novità, lo hanno preso! Ma tu lo sai già e a te forse ormai interessa poco

Niccolò Savarino

Caro Niccolò,
mi permetto di scriverti anche se non ci conoscevamo di persona, io mi occupo di sicurezza stradale da tanti anni e come te ho portato una divisa. Quello che ti è successo è anche un po’ la certificazione di un mio fallimento, perché le cose non possono andare nel modo in cui sono andate con te!
Noi, io e i tuoi colleghi, oggi però siamo onestamente un po’ consolati perché – ma tu certamente lo sai già  – quel delinquente criminale che ti ha infilato col suo SUV “prestanomeintestato” (è una moda molto in vigore in Italia quella di usare macchine potenti intestate a teste di legno italiane) è stato catturato in Ungheria in una operazione congiunta della Polizia Locale di Milano con la Squadra Mobile della Questura della tua stessa città. Un bel colpo, finalmente un po’ di sana sinergia e il canestro da tre è stato fatto!
A proposito Niccolò quel vigliacco sembra si chiami Goico Javanovic, nato nel 1987, dico sembra perché il tipo, noto truffatore, ha usato spesso altri nomi come Nicolic Goico, Jovanovic Davide e, per due volte, si è anche fatto passare per minorenne, sostenendo di essere nato nel 1994 e nel 1995.
Certo sapere che a farti tutto questo male è stato un tipo del genere carico di precedenti da far paura,
non consola per niente. Tu per altro non potresti averlo comunque saputo subito perché alle Polizie Locali è impedito l’accesso diretto alle banche dati, ma non l’accesso nel posto dove ora ti trovi…
Pensa come si sarà spaventato quel tipo vedendoti mentre tu ti paravi davanti utilizzando quella sorta di arma non convenzionale a due ruote che qua chiamiamo bicicletta, si è talmente emozionato che anziché spingere il freno, lui ha accelerato e ti ha calpestato come uno straccio.
Ecco Niccolò siamo sicuri che anche tu ti starai domandando, come noi: come è possibile che un 24enne slavo pluripregiudicato fosse in Italia alla guida di un SUV che costa come una vita di tuoi stipendi e potesse scorrazzare tranquillo per Milano.
Insieme a questa siamo sicuri che ora anche tu come noi ti poni alcune altre domande: quando ce lo rimanderanno ammanettato in Italia quel criminale? E quanto ci metteremo a processarlo e che condanna gli verrà inflitta?? Ma soprattutto quanto rimarrà in galera??
Lo so non possiamo istigarti a dire male parole proprio ora. Ci fermiamo qui caro Niccolò con la consolazione che i tuoi colleghi e quelli della Mobile sono stati in gamba. Ma questo lo sapevamo. E’ il contorno di norme, regole, ordinanze e circolari che non funziona.
Sappi però che tu col tuo gesto eroico (solo un eroe si para davanti a un SUV in fuga di sera a Milano!) sei diventato un simbolo un vessillo per tanti tuoi colleghi.
Ci dicono che fossi molto modesto e sempre defilato. Ora non puoi più esserlo. Ora sei un simbolo
e i tuoi colleghi e i cittadini devono solo dirti grazie e non dimenticarti.

Giordano Biserni
Presidente ASAPS



Il ricordo di Niccolo Savarino sia un momento di riflessione sui ruoli delle forze di polizia
Solidarietà al Collega della Polizia Locale  barbaramente ucciso e alla categoria

Una nota di Giovanni Fontana


Carissimo Presidente,

Ti scrivo come tale, perché non Ti scrive soltanto l’amico ma, soprattutto, il Collega.
Tu hai vissuto il servizio in anni dove il terrorismo era il nemico da combattere: oggi, spesso, il nemico da combattere è l’indifferenza; quel senso di solitudine e di bieco individualismo che porta la gente – quella comune, non quella che fa della propria assurda idea un motivo per combattere – ad assumere comportamenti sociali, che neppure un animale porrebbe in essere, in preda al suo istinto bestiale.

Tra poco si avvicina la festa del nostro Santo Patrono, San Sebastiano (20 gennaio p.v.) e nell’avvicinarsi ci stiamo predisponendo a celebrare una festa che, purtroppo, sarà macchiata dal sangue – lontano, ma vicino – di Niccolò Savarino (di anni 42, un’età così vicina a quella media degli appartenenti alle forze di polizia, sempre più “vecchie” e sempre più sole). Lo stiamo facendo rievocando vecchi ricordi e, tra questi, rivisitando alcune foto degli anni sessanta, dove figurano due motociclisti impegnati nel servizio h24: non sono due vigili urbani, ma sono un motociclista della polizia municipale ed un motociclista della polizia di Stato.
Se non fosse che esiste ancora una memoria storica, questi due uomini sembrerebbero appartenere ad un’unica forza di polizia.
Allora, come ora, controllavano il territorio con analoghe responsabilità ed analoghi rischi.
Allora, come ora, quello che differenziava i due uomini non erano tanto le uniformi, i mezzi o i servizi garantiti sul territorio; quanto, piuttosto, il fatto che uno era una guardia del Comune e l’altro una guardia di P.S. Dunque, rischi molto simili, ma contratti di lavoro ed aspettative, molto diverse.

Questa mattina qualcuno ha detto: “Chi ce lo fa fare… da domani si dovrebbe venire vestiti in borghese, con una fascia al braccio, a fare gli ausiliari”.
Sì, perché il criminale che ieri ha ucciso Nicola, non si è posto il problema di quanto potesse essere diverso uccidere un poliziotto dello Stato, piuttosto che un poliziotto del Comune: ha deciso di uccidere un uomo in divisa.
Il nostro Governo – ma non solo quello attuale, anche i precedenti, vergati da colori diversi, dal rosso al nero, tutti così simili nel prometterci gradi prospettive – ci ha percepiti, diversi, tanto da toglierci anche la c.d. “causa di servizio”, riconosciuta alle forze di polizia (inevitabilmente, per quanto sia già difficile da accettare questa differenziazione con l’Arma dei Carabinieri, piuttosto che la polizia di Stato o penitenziaria e la Guardia di Finanza; beh, ancora più diverso è capire quale differenza sostanziale possa esistere tra noi ed un Collega del Corpo Forestale dello Stato! Ovviamente non gioco al ribasso, perché tutti indossiamo un’uniforme: tutti, appunto, compreso noi della Polizia Municipale). Gli altri Governi non ci hanno riconosciuto l’indennità di P.S., se non in una misura diversa da quella delle altre forze di polizia; ci hanno privatizzato, così che una guardia del comune (perché non solo nel vigente c.p.p. ma anche in tanti comunelli d’Italia, questo è l’unico agente che presidia il territorio) che lotta per fare il proprio dovere, può rischiare di essere spostato a fare dell’altro o un Comandante può essere defenestrato, perché troppo attendo alle regole scritte nei codici, piuttosto che nelle consuetudini locali; non ci hanno riconosciuto la possibilità di accedere al CED del Mininterno, così da poter capire con chi abbiamo a che fare, durante un controllo…

Come Ti dicevo, si avvicina la nostra festa. Una festa relativamente alla quale un amministrativo del comune ci ha detto: “Voi avete anche la festa del patrono, noi no”… beh, questa mattina, assieme all’invito, vorrei allegargli anche le pagine che raccontano l’epilogo del Collega siciliano che è venuto a morire in Lombardia, facendo l’ausiliario del comune. Perché quella dignità professionale che passa anche per l’assegnazione di mezzi adeguati ai rischi che si corrono, non gli è stata riconosciuta, tanto da essere stato travolto con la sua “bicicletta d’ordinanza”.

Carissimo Presidente, credo di interpretare lo stato d’animo di tanti Colleghi della P.M. – ma sono sicuro, anche di molti altri delle c.d. forze di polizia – d’Italia e quindi Ti dico che anche io da domani vorrei indossare un abito civile ed una fascia colorata, in ragione del colore delle amministrazioni che condizionano le nostre scelte di controllo del territorio. Magari per evitare che la gente ci dica: “Invece di fare multe per una cintura di sicurezza, andate ad arrestare i ladri”. Oggi potrei dirgli che facciamo anche quello, ma forse non sarei creduto perché nell’immaginario collettivo non c’è la polizia municipale, ma solo i vigili urbani, se non le guardie dei comuni ed il loro compito è solo quello di spillare quattrini agli automobilisti.

Ma oggi e domani, tutti noi continueremo a fare il nostro mestiere, perché è il senso dello Stato e non l’idea del Comune, che ci porta ad andare avanti. E lo faremo anche nel ricordo di un’altra vittima del dovere; morto per causa di servizio, anche se incapace di poter dimostrare dinanzi ad un Giudice, perché così è stabilito dalle leggi di questo Paese.

Estendo questo mio sfogo al Presidente dell’ANVU Luciano Mattarelli, in ragione di una sua particolare sensibilità verso la categoria ma, in questo caso, nel mio ruolo di referente locale di Codesta Associazione che, nonostante sia nata per la specialità polizia stradale della polizia di Stato, è tra le più attente alle problematiche di tutte le donne e gli uomini che con giubbe diverse, si preoccupano di tutelare la sicurezza della circolazione stradale.
 
Giovanni Fontana
Referente ASAPS
e Funzionario di Polizia Locale
nel Comune di forte dei Marmi




Vigile ucciso, un arresto in Ungheria
E' un venticinquenne nato in Germania
E' accusato dell'omicidio del 42enne vigile urbano Nicolò Savarino
Fermato in un paese al confine con la Serbia, stava per scappare
 
MILANO - È stato fermato in Ungheria nelle scorse ore uno dei due slavi sospettati di essere gli autori dell'omicidio di Nicolò Savarino, il vigile travolto e ucciso a Milano. Si chiama Goico Jovanovic, del 1987, nato in Germania, di origine slava. Ha numerosi precedenti in Italia per reati contro il patrimonio e ufficialmente risulta residente a Busto Arsizio. Il fermo è stato eseguito in un paesino al confine tra Ungheria e Serbia dove lo slavo si era recato riuscendo ad eludere le prime ricerche. Il fermato sarebbe la persona che si trovava alla guida del Suv che ha travolto Savarino. E' accusato di omicidio e resistenza a pubblico ufficiale. Secondo la polizia al momento non c'è un secondo ricercato.

MOLTE IDENTITA' - L'uomo fermato dalla polizia in Ungheria risulta essere un personaggio dall'ampio curriculum criminale. Al suo attivo vi sarebbero anche altri reati e svariate identità false. Aveva grosse disponibilità di denaro e, secondo gli inquirenti, avrebbe avuto intenzione di scappare in Sud America.
 

da corriere.it
 
 
 

1 commento:

  1. Credo che oggi, dopo gli ultimi fatti di Milano parco Lambro sia opportuna se non doverosa una riflessione sul ruolo delle polizie locali nelle città. La riflessione deve essere quella del Governo e non quella della stampa, ma se tale riflessione non andrà nella direzione di considerare tale forza una polizia locale che tutti i giorni affronta inseguimenti, rapinatori, ladri e truffatori di ogni genere allora forse è il momento di toglierci l'uniforme e fare i nonni civici. Quello che è accaduto è parte del nostro lavoro ed è molto offensivo l'atteggiamento di chi invece nega lo strettissimo legame tra le polizie locali e la sicurezza e l'ordine locale percò se personalmente continuerò a sentire discussioni su se è giusto che i vigili abbiano o meno un'arma chiederò di passare a ruolo civile perchè con un bimbo piccolo non posso rischiare che un delinquente mi rovini la vita solo perchè nel compiere il mio dovere ho dovuto difendermi

    RispondiElimina

La regola è semplice: firmarsi.