Preoccupazione dell’ASAPS per l’Operazione Cieli Bui che significherà anche strade più buie... Inevitabile l’aumento di incidenti notturni soprattutto per pedoni e ciclisti
(ASAPS) FORLI', 10 ottobre 2012 - La pur condivisibile tensione verso la riduzione delle spese che fra le varie misure prevede anche l’operazione Cieli Bui tesa al risparmio energetico su edifici e strade urbane ed extraurbane,
con l’obiettivo dello: “spegnimento dell’illuminazione ovvero il suo affievolimento anche automatico in tutte o in parte delle ore notturne”, solleva la preoccupazione dell’ASAPS in quanto il provvedimento non sarà privo di conseguenze ai fini della sicurezza stradale, col rischio di ridimensionare i pur positivi risultati raggiunti negli ultimi anni.
L’incremento del pericolo più elevato sarà proprio per gli utenti deboli, pedoni e ciclisti, cioè quelli che pagano il maggior prezzo da un affievolimento della visuale notturna.
Vogliamo ricordare che l’indice di mortalità medio di 1,9 morti ogni cento incidenti, raggiunge i suoi picchi più elevati proprio nelle ore notturne, dalle 22 alle 6 del mattino con punte che vanno da 2,3 addirittura a 5,7 incidenti mortali ogni cento alle 4 della notte. Nelle ore notturne della settimana si contano 999 vittime su 4.090 (24,4%).
E’ evidente che in particolare potrebbero pagare il costo più elevato i pedoni (617 vittime totali nel 2010) e i ciclisti 265 vittime (numerose investite dopo il tramonto). Cioè quelli che faticano a rendersi visibili in tempo utile con conseguenze spesso fatali.
L’ASAPS richiama l’attenzione su questo particolare segmento della sinistrosità fatto anche di lavoratori dei turni notturni o in attività connesse con i locali aperti di notte.
Insomma non vorremmo che per risparmiare sull’energia dovessimo poi pagare un costo maggiore in sanità e stato sociale per conseguenze altamente invalidanti. Un discorso a parte meriterebbe poi il rischio connesso col consumo dei reati.
L’auspicio dell’ASAPS è che la selezione delle lampadine da spegnere sia oculata e non riguardi le vie di maggior rischio per la mobilità. (ASAPS)
L’incremento del pericolo più elevato sarà proprio per gli utenti deboli, pedoni e ciclisti, cioè quelli che pagano il maggior prezzo da un affievolimento della visuale notturna.
Vogliamo ricordare che l’indice di mortalità medio di 1,9 morti ogni cento incidenti, raggiunge i suoi picchi più elevati proprio nelle ore notturne, dalle 22 alle 6 del mattino con punte che vanno da 2,3 addirittura a 5,7 incidenti mortali ogni cento alle 4 della notte. Nelle ore notturne della settimana si contano 999 vittime su 4.090 (24,4%).
E’ evidente che in particolare potrebbero pagare il costo più elevato i pedoni (617 vittime totali nel 2010) e i ciclisti 265 vittime (numerose investite dopo il tramonto). Cioè quelli che faticano a rendersi visibili in tempo utile con conseguenze spesso fatali.
L’ASAPS richiama l’attenzione su questo particolare segmento della sinistrosità fatto anche di lavoratori dei turni notturni o in attività connesse con i locali aperti di notte.
Insomma non vorremmo che per risparmiare sull’energia dovessimo poi pagare un costo maggiore in sanità e stato sociale per conseguenze altamente invalidanti. Un discorso a parte meriterebbe poi il rischio connesso col consumo dei reati.
L’auspicio dell’ASAPS è che la selezione delle lampadine da spegnere sia oculata e non riguardi le vie di maggior rischio per la mobilità. (ASAPS)
buongiorno,
RispondiEliminaquanto riporta nel suo articolo è molto corretto; purtroppo l'intera "spending review" , sostanzialmente errata in quanto va a colpire la spesa e non gli sprechi miete vittime a tutti i livelli ed in tutti i settori. Se solamente la politica non fosse così scelleratamente ingorda in Italia si avrebbero fondi tali per non dover ricorrere a nessuna revisione se non quella degli sprechi. Ciò premesso da automobilista e ciclista credo che non ci si debba nascondere la reale necessità di fare in modo che i ciclisti circolino con mezzi idonei alla circolazione serale o notturna, ciò che ad oggi non è. Spessissimo, ogni giorno mi capita di incrociare ciclisti privi del minimo dispositivo di segnalazione luminosa ( luce o catarifrangente) , spesso quasi invisibili. in questo caso il codice italiano si perde in definizioni a volte astruse di tali dispositivi, detta precise dimensioni delle luci da applicare, indica dove queste devono essere positionate e così via , indicazioni sempre superate dalla tecnicolgia che oggi rende obsoleta quasi qualsiasi norma tecnica nel giro di poco tempo.
Sarebbe invecequantomai utile sensibilizzare le persone ad un uso consapevole della bicicletta e di quegli accessori che possono renderla molto più sicura ( automobilisti permettendo). Con pochi euro è possibile acquistare delle luci che da sole possono rendere visibile il ciclista e fare in modo che il ciclista veda dove va.
Basta andare a vedere cosa succede in Germania, le biciclette circolano con luci e catarifrangenti (per non parlare del casco..) ed il gioco è fatto.
Quindi è vero, non spegnamo le luci notturne , recuperiamo le risorse sprecate o utilizzate per interessi privati da chi dovrebbe amministrarle per i cittadini e facciamo in modo che i cittadini siano più attivi e coscienti dei potenziali pericooli.
In effetti Roberto l'italiano assomiglia sempre molto al Gassman che nel film da pedone pretendeva rispetto quando attraversava sulle strisce e poi girava l'angolo e saliva sulla sua 600 e arrivato all'attraversamento pedonale al pedone strillava "e levate!!"
RispondiEliminaQuando i ciclisti capiranno l'importanza di farsi vedere ancor più che vedere avremo fatto un buon passo verso una maggiore sicurezza. Sì si può risparmiare qualcosa nei sistemi di illuminazione, ma rifiuto l'idea di quanti dicono che anche spegnendo le luci la sicurezza non ne risentirebbe anzi...Sciocchezze. I tagli anche sulle luci vanno fatti non in modo orizzontale ma studiando il dove e il come.