(ASAPS)
25 aprile 2010
Due Carabinieri di Pitigliano vengono aggrediti a Sorano da quattro giovani fermati la notte di Pasqua per un controllo stradale.
Sottoposti ad alcoltest, risultato positivo, i quattro scatenano l’inferno contro i militari. Dopo aver sfilato un palo di legno da una staccionata, hanno infierito colpendo i carabinieri alla testa riducendoli in gravi condizioni.
A pochi chilometri dalla zona dell’aggressione era in corso un rave party a base di alcolici e droga: i militari sono stati trasportati in ospedale, i quattro giovani fermati.
Uno dei carabinieri è tenuto in coma farmacologico sperando in un miglioramento delle funzioni cerebrali, il secondo ha varie fratture al volto che pregiudicano l’integrità funzionale di un occhio.
Si sono levate voci forti in seguito all’episodio, come quelle dei genitori stupiti della violenza di figli conosciuti come ragazzi tranquilli, degli autori del gesto che non riescono a capire il perché abbiano perso la testa, unitamente all’indignazione delle autorità fiorentine che chiedono giustizia e provvedimenti severi.
Febbraio 2011
- I quattro giovani.
I tre all’epoca minorenni, dopo la misura restrittiva di “permanenza a casa” tornano alla propria attività. Uno fa il barista, l’altro il carrozziere, la giovane ha ripreso gli studi.
L’unico maggiorenne, Matteo Gorelli, rimane in carcere in attesa di giudizio, si attende per tutti che venga fissata l’udienza preliminare al termine delle indagini.
- I due Carabinieri.
E’ sempre in coma Antonio Santarelli, 43 anni, sposato e padre di un figlio, Domenico Marino, 35 anni, ha invece perso l'uso di un occhio.
Come sempre l’indignazione del momento ispira le menti a reazioni severe, alla ricerca di motivazioni e alla richiesta di giuste pene per chi si macchia di questi atti di selvaggia violenza.
Come sempre alcuni parlano per giustificare, altri per condannare e altri per indagare e scoprire, ma sempre, e ripetiamo sempre, “dopo” cala il silenzio dell’opinione pubblica, proprio come il silenzio di Antonio, il Carabiniere in coma, che da un anno non proferisce parola a moglie e figlio.
A noi sembra una delle tante situazioni assurde a cui, purtroppo, dobbiamo continuamente assistere.
Non è così che si insegna ai giovani, perché se è vero che in natura ogni vuoto viene colmato, in questo caso il vuoto dei cuori e delle menti dei quattro giovani, così come il vuoto nella famiglia dei due carabinieri, non trova la contropartita adatta per arrivare al pareggio.
Intanto nel 2011 sono state 2230 (+7%) le aggressioni fisiche alle forze di polizia su strada, una ogni 4 ore. Il 52,6% ha riguardato proprio i carabinieri, compresi Antonio e Domenico. (ASAPS)
25 aprile 2010
Due Carabinieri di Pitigliano vengono aggrediti a Sorano da quattro giovani fermati la notte di Pasqua per un controllo stradale.
Sottoposti ad alcoltest, risultato positivo, i quattro scatenano l’inferno contro i militari. Dopo aver sfilato un palo di legno da una staccionata, hanno infierito colpendo i carabinieri alla testa riducendoli in gravi condizioni.
A pochi chilometri dalla zona dell’aggressione era in corso un rave party a base di alcolici e droga: i militari sono stati trasportati in ospedale, i quattro giovani fermati.
Uno dei carabinieri è tenuto in coma farmacologico sperando in un miglioramento delle funzioni cerebrali, il secondo ha varie fratture al volto che pregiudicano l’integrità funzionale di un occhio.
Si sono levate voci forti in seguito all’episodio, come quelle dei genitori stupiti della violenza di figli conosciuti come ragazzi tranquilli, degli autori del gesto che non riescono a capire il perché abbiano perso la testa, unitamente all’indignazione delle autorità fiorentine che chiedono giustizia e provvedimenti severi.
Febbraio 2011
- I quattro giovani.
I tre all’epoca minorenni, dopo la misura restrittiva di “permanenza a casa” tornano alla propria attività. Uno fa il barista, l’altro il carrozziere, la giovane ha ripreso gli studi.
L’unico maggiorenne, Matteo Gorelli, rimane in carcere in attesa di giudizio, si attende per tutti che venga fissata l’udienza preliminare al termine delle indagini.
- I due Carabinieri.
E’ sempre in coma Antonio Santarelli, 43 anni, sposato e padre di un figlio, Domenico Marino, 35 anni, ha invece perso l'uso di un occhio.
Come sempre l’indignazione del momento ispira le menti a reazioni severe, alla ricerca di motivazioni e alla richiesta di giuste pene per chi si macchia di questi atti di selvaggia violenza.
Come sempre alcuni parlano per giustificare, altri per condannare e altri per indagare e scoprire, ma sempre, e ripetiamo sempre, “dopo” cala il silenzio dell’opinione pubblica, proprio come il silenzio di Antonio, il Carabiniere in coma, che da un anno non proferisce parola a moglie e figlio.
A noi sembra una delle tante situazioni assurde a cui, purtroppo, dobbiamo continuamente assistere.
Non è così che si insegna ai giovani, perché se è vero che in natura ogni vuoto viene colmato, in questo caso il vuoto dei cuori e delle menti dei quattro giovani, così come il vuoto nella famiglia dei due carabinieri, non trova la contropartita adatta per arrivare al pareggio.
Intanto nel 2011 sono state 2230 (+7%) le aggressioni fisiche alle forze di polizia su strada, una ogni 4 ore. Il 52,6% ha riguardato proprio i carabinieri, compresi Antonio e Domenico. (ASAPS)
Questo e' il pianeta sicurezza oggi, dove chi lavora e rischia subisce di tutto e di più, le regole di ingaggio, dopo questa immane vergogna, sono rimaste a quelle del 1981 dove l'operatore di polizia deve fare bene attenzione altrimenti viene denunciato e sanzionato dal suo stesso dirigente … e siamo nel terzo millennio.
RispondiEliminaPurttroppo in Italia fino a quando le pene non saranno certe non cambierà nulla e chi fà questo mestiere subirà sempre, dovremmo forse aggiornarci alla forza di polizia americana. chissà forse cambierà qualcosa.
l'insano gesto messo in atto da questi scalmanati nei confronti dei due carabinieri che sono rovinati in maniera indelebile e chi poi li ha ridotti così come premio ridiamo la libertà e ritorno ad una vita normale.
Sono un militare dell'Arma e aimè giornalmente combatto sulle strade con i cattivi, che oggi sono diventati tanti, ma tanti, visto che chi commette reati in Italia oggi viene lasciato libero di rifarlo il giorno stesso. Se poi ha sbagliare è un appartenente alle forze di Polizia tutti gli si scagliano contro e poverino il malcapitato messo alla gogna. Se poi sbagliano i magistrati tutto OK... Loro sono liberi di fare quello che vogliono, indagare i poveretti e scarcerare i delinquenti... Così si va verso la soluzione fai da te e sinceramente io che parlo giornalmente con chi subisce furti, rapine, minacce, sento dire solo questo LA PROSSIMA VOLTA SE LI PRENDO LI AMMAZZO, LI FACCIO A PEZZI E LI SOTTERRO, SENZA CHIAMARE LE FORZE DELL'ORDINE..Quindi anche verso di noi si è persa la fiducia. Ma molti cittadini non sanno che noi ce la mettiamo tutta, non dormendo, non mangiando e trascurando la famiglia, ma in Tribunale dopo una nottata il Giudice ha il barbaro coraggio di riemttere in libertà il delinquente poichè lo stesso non può reiterare il reato... Mi auguro solo che vado a commetterlo presso la casa del magistrato o de giudice che lo ha mandato a casa..... CHGE SCHIFO di Italia
EliminaCapisco il tuo sfogo carabiniere anonimo, però sono sicuro che al dunque tu farai il tuo dovere come sempre.
EliminaMa è dura ed è destinata a divenatre ancora più dura.
Lo so che voi ce la mettete tutta! Conta poco ma a voi che state in divisa sulle strade come cittadino dico grazie!
Giordano Biserni
Difficile commentare il lavoro degli organi giudicanti, senza poter considerare elementi sufficienti a loro disposizione. Ciò nonostante, condivido il parere di chi esorta mantenere viva la memoria su questi temi, a maggior ragione nei casi "aperti" come questo, dove una delle vittime è ancora in coma e l'altra ha subito un danno grave permanente. Secondo me è necessario considerare anche i traumi subiti dai ragazzi a causa delle loro stesse azioni, compiute probabilmente sotto l'effetto annebbiante delle sostanze stupefacenti. Quindi, al di là delle responsabilità personali di questo singolo caso, farei qualche riflessione in più su chi e che cosa potrebbe fare per ridurre ai minimi termini la possibilità che episodi analoghi a questo si possano ripetere. Abbiamo bisogno di "fare molto e bene"; la cosa peggiore che possiamo fare è "arrendersi" all'idea che questi episodi siano inevitabili. Chi lo afferma è nemico dell'uomo e della società!
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