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venerdì 12 ottobre 2012

Il bambino di Padova e una polizia "sconosciuta"


Quel " Lei non è nessuno" di quella poliziotta fa male  innanzi tutto alle donne della polizia e al ricordo delle poliziotte  cadute in servizio a cominciare da Emanuela Loi, Sabrina Pagliarani, Anna Maria Leandri, Maria Teresa Marcocci, tutte morte mentre lavoravano per quei tanti "nessuno"! 


di Giordano Biserni

(ASAPS) Abbiamo letto pagine e pagine di commenti sul disgraziato, improvvido e assurdo intervento dei poliziotti a Cittadella di Padova andati a prelevare un bambino proprio nella sua scuola con maniere che definire forti e inopportune è un eufemismo.
Loro, i poliziotti, hanno "eseguito un ordine" sia chiaro, ma lo hanno fatto nel peggior modo possibile (anche se nessuno ha detto che a sollevare le gambe del bambino era il padre e non un poliziotto, che invece lo reggeva da dietro per evitare che strisciasse). Ora qualcuno comunque  dovrà spiegare e dovrà farlo bene e fino in fondo!
Di tutta questa penosa vicenda ci stupra la coscienza la figura di quel povero bambino, conteso e oggetto di una violenza "legale" della quale porterà il marchio per sempre.
Ma di quanto è accaduto a Cittadella ci indigna molto, anzi ci amareggia ancora di più quella infelice frase pronunciata dall'ispettore di polizia alla zia del bambino: "Senta, io non sono tenuta a dirle niente... Io sono un ispettore di polizia  e lei non è nessuno..."  Ecco questa frase ci fa inferocire  di più perché pronunciata da un ispettore donna e anche giovane. Insomma da chi dovrebbe essere il vessillo della nuova polizia. Certo l’ispettore  forse voleva dire che la zia non era nessuno in rapporto alla vicenda che coinvolge il papà a la mamma del bambino da 5 anni e che la polizia stava eseguendo un ordine derivante da una sentenza esecutiva di secondo grado sull’assegnazione del bambino
Ci verrebbe da dire però  che con quella frase infelice l'ispettore ha dimostrato che è lei a rischiare di  essere "nessuno"!  Per la sua mancanza di professionalità, di tatto, di senso dell'opportunità in una circostanza così delicata in cui corre il rischio di essere indicata quale antisimbolo della gente comune come  tante donne dilaniate dai problemi della famiglia, del lavoro del mantenimento dei figli.
E ancora cara ispettore, ricordi che questa vicenda fa male a tutta la polizia e soprattutto a tante poliziotte che ogni giorno fanno il loro dovere con una divisa addosso in silenzio, fra tante mortificazioni e fa male  al ricordo delle colleghe  che hanno anche pagato con la vita come Emanuela Loi rientrata dalla ferie quel 19 luglio 1992 per scortare Paolo Borsellino e saltare con lui per aria in via D'Amelio e le 3 donne della Polizia Stradale, Sabrina Pagliarani, Anna Maria Leandri, Maria Teresa Marcocci, morte su strada mentre prestavano servizio per la gente comune, per i tanti "nessuno" che si aspettano la difesa e la tutela dalle divise.
Siamo sicuri che questa giovane poliziotta sarà pentitissima di quelle parole e questo incidente la segnerà per tutta la vita.
Crediamo che meriti altre occasioni, magari in un altro ufficio.
Ai tanti colleghi della polizia e delle altre forze dell'ordine che hanno scritto sui blog e su face book che "questa non è la mia polizia..." diciamo  che è vero, neanche la nostra. Però di qualcuno è! Ed è ora di cominciare a parlarne per difendere la dignità di quei tanti poliziotti che quotidianamente  svolgono il loro servizio bene e in silenzio e che salvano la vita di tanta gente, come l'ispettore della Polizia di Milano Antonio Crisafulli che il 12 agosto scorso, in transito con la sua famiglia, si è fiondato nell'altra carreggiata dell'autostrada A14 a Fano ed è morto per soccorrere persone incastrate in una macchina ribaltata o come l'assistente della Polizia Stradale  Maurizio Zanella impegnato sempre in agosto a far viabilità durante lo spegnimento di un incendio,  travolto e ucciso sempre in autostrada a Vasto. Pochi Tg per loro, e 20 righe sui giornali locali. Ma va bene così.
Lo ricordi ispettore, questo lavoro lo abbiamo scelto, nessuno ce lo ha imposto.

Giordano Biserni
ASAPS

19 commenti:

  1. Nel merito di questo episodio, comunque increscioso, Vi faccio notare come la strumentalizzazione della stampa, si accanisce prima contro la Polizia, poi, rendendosi conto di essersi sbagliata, se la prende con la singola funzionaria, che verrà inevitabilmente messa in graticola. Pochi fotogrammi, non possono annullare la completezza di un intervento, che parte dagli errori delle assistenti sociali, sfociati nell' obbligo dell' intervento stesso, magari gravato dal comportamento, che non può che essere ineducato (visto il contesto complessivo) del bambino stesso. Ce ne sarebbe, ma è più sbrigativo impiccare la sventurata di turno e l' italietta fa sempre più schifo.

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  2. La Polizia, vive giornalmente queste situazioni e visto che mi tagliate, non aggiungo altro.

    Milano violenta, agente della Polizia di Stato accoltellato per sedare una rissa

    E’ accaduto nel pomeriggio di ieri a Milano quando una Volante della Polizia di Stato è intervenuta fuori dal dormitorio pubblico di Viale Ortles per sedare una rissa, pare per motivi di gelosia, scattata tra un sudanese 26enne, Idor Usuf, rifugiato politico ed una rumena 37enne.

    La discussione si è sviluppata in due tempi; la prima chiamata al 113, infatti, è stata effettuata alle 15 ma, al momento del primo intervento, tutto sembrava ormai sedato; successivamente la discussione è ripresa e si è quindi reso necessario un secondo intervento della Polizia, intorno alle 16. All’arrivo della Volante, il sudanese ha dato in escandescenze ed ha quindi estratto una lama di 20 centimetri cominciando a sferrare fendenti in direzione dei volti degli operatori di Polizia; quando uno degli agenti è riuscito a bloccargli il polso, il sudanese è riuscito ad assestare un colpo di coltello ad un poliziotto ed a ferirlo all’altezza della sesta costola.

    Al momento, l’agente, 28 anni, da 8 in Polizia dei quali 4 passati in Volante, non si è accorto di nulla; solo a rissa terminata ha visto la giacca macchiata di sangue ed ha sentito il naturale dolore per la ferita. Nella disgrazia, al giovane poliziotto è andata bene perché la lama è riuscita a penetrare per soli due centimetri in quanto il colpo è stato attutito dalla giacca dell’uniforme. Trasportato comunque in codice rosso al Fatebenefratelli, non corre pericolo di vita e se la caverà con una prognosi di cinque giorni.

    Antonio Marino
    Otello Ruggeri

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  3. Giovanni, noi non tagliamo nessuno e siamo in prima linea, nella difesa dell'operato dei colleghi da molto tempo, anche in contesti assai più ostili, come quando ci siamo battuti per la grazia a un poliziotto condannato e quando abbiamo raccolto soldi perla famiglia di un altro agente recluso. Questi i fatti più clamorosi, che ci hanno attirato strali di critiche e di odio. Detto questo, condividiamo certamente il suo pensiero, ma quel l'intervento è andato oggettivamente male. È la frase della collega è purtroppo, a nostro parere, solo il corollario di un'operazione devastante, non solo per l'immagine della polizia di stato, ma soprattutto per il futuro del bambino. E qui non c'è nessuna ialine tra che tenga, ma solo tanta tristezza. Se vuole notizie più precise, circa il numero di aggressioni, le consiglio di dare un'occhiata ai nostri osservatori, uno in particolare: sbirri pikkiati.

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  4. "questo lavoro lo abbiamo scelto, nessuno ce lo ha imposto"....bella frase, non sapevo che anche Voi dell'Asaps facevate pattuglia o comunque servizio operativo. Ma vi rendete conto di quanto è cambiato in peggio questo lavoro negli ultimi anni...vi rendete conto che siamo sempre più stanchi e sempre più vecchi per fare questo lavoro....allora io dico solo due cose: la prima, vi siete accodati ai giudizi di questi pseudogiornalisti che fanno i puritani moralisti...la seconda, facciamo un sondaggio per capire se il popolo vuole davvero la Polizia su strada, altrimenti ce ne andiamo tutti in ufficio e aspettiamo la pensione.....

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  5. Beh, caro Fabrizio, se non sapevi che l'Asaps è composta da poliziotte e poliziotti che fanno servizio operativo, ora lo sai. Detto questo, noi abbiamo espresso un'opinione, sacrosanta come la tua. Peraltro, mi sembra che il contenuto del tuo pensiero sia anche il nostro. Certo, se permetti che io - operativo - esprima la mia opinione, ti dico che un bambino di quell'età lo prendo in braccio e lo porto via senza trascinarlo come un sacco di patate. Inoltre, per quanto possa essere incazzato col mondo o schiacciato dal contesto operativo, riesco ancora a fare un passo indietro e tenere la bocca chiusa, almeno davanti a una persona che dice di essere la zia del ragazzino che porto via dall'asilo e che impugna un videfonino. secondo me, ma questa è solo la nostra opinione, noi manchiamo ormai di tutto, addestramento in testa. noi forse ci siamo fatti un'opinione diversa dalla tua, ma prima di di certe cose, ci siamo confrontati tra noi ed abbiamo ponderato tutte le notizie che cronaca e colleghi potevano offrirci, smarcandoci dalla difesa d'ufficio per forza che ci allontana spesso dallla gente in cui il motto del corpo dovrebbe vederci "tra", A quella ci penseranno comunque i protagonisti, che avranno senz'altro argomentaziosni valide. Comunque, grazie del tuo pensiero.

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  6. Vorrei dire un paio di cose: sono sostanzialmente d'accordo con quello che ha scritto Biserni e con le tue considerazioni, Lorenzo, perchè molto aspetti di questa vicenda sono stati gestiti in modo clamorosamente improvvido; sono anche altrettanto d'accordo sul fatto che non si debba cadere nell'ulteriore trappola della difesa d'ufficio.
    Ciò detto, la fragilità della Polizia sta diventando insostenibile: con un Capo che corre a scusarsi di primo acchito per qualsiasi cosa sia accaduta, prima ancora di accertarsi degli esiti della solita, inevitabile, inchiesta interna, e che poi condivide le considerazioni del garante dei minori sulla necessità di specializzare l'addestramento degli operatori che si occupano di bambini - ovviamente, quando oramai il danno è stato fatto - si creano le premesse per una generale "indifendibilità" dell'azione di polizia. Praticamente, nella delirante bolgia di infamie e di critiche (siamo pure giunti alle minacce di morte, nei confronti della collega!) tutto quello che ha saputo fare il Capo della Polizia è stato scusarsi per l'indeguatezza dei propri dipendenti. Questa volta, carissimi Giordano e Lorenzo, non è morto nessuno, ma capite meglio di me che con queste premesse, se disgraziatamentissimamente dovesse accadere un episodio dove la Polizia è costretta ad un uso della forza letale, a prescindere dalla legittimità o meno, a livello mediatico e dentro un'aula di tribunale, i colleghi sarebbero soltanto "dead men walking"...

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  7. .....E' una mia opinione. Come al solito non bisogna estrapolare un immagine o un frase da un contesto è commentarla ma bisogna vedere o sentire il tutto. Questo ancora noi ITALIANI non l'abbiamo capito.
    Tutti noi sappiamo che cambiare una virgola ad una frase significa cambiare il significato, è oggi giorno cambiare un significato su ciò che si dice a favore o contro le forze di polizia vuol dire tanto. Ho potuto vedere su "studio aperto", ieri 13.10.2012, il colloquio integrale fra l'Ispettore di P.S e la zia del bambino.La frase".... Io sono un ispettore di polizia e lei non è nessuno..." è estrapolata da un dialogo, ove la zia chiedeva di vedere l'ordinanza e l'ispettore riferiva di non volerla mostrare. A tal punto la zia, chiedeva spiegazioni in base al diniego e l'ispettore proferiva in prima battuta LA RISPOSTA:"PERCHE' NO"...poi a seguito dell'insistenza snervante della zia RISPONDEVA: """"PERCHE DECIDO IO CHE SONO UN ISPETTORE E LEI NON é NESSUNO....... PER VISIONARE L'ORDINANZA"""". Penso che vista sotto questa chiave, cambia molto il significato rispetto a quello mostrato dai media.Sapendo che la zia non aveva nessun diritto nel visionare l'ordinanza.
    Un altro appunto devo fare!! chi ha pubblicato il video non ha specificato, da subito e per onestà che chi trascinava per le gambe il bambino( quindi la forza motrice era il padre) mentre il poliziotto lo teneva per le braccia anche al fine di non creare danni alla schiena o alla testa. Anche successivamente, quando si è saputo che era il padre a trascinarlo, nessun commento, è rimasto sempre il rancore verso le Forze dell'ordine.Nessuna parola contro il padre. I media hanno fatto in maniera che al centro dell'attenzione rimanessero sempre le odiate F.O....

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  8. ...focalizzarsi sul quel "sei nessuno" è vergognoso. Alla fine di un intervento difficile finito male non perchè i colleghi lo sono andati a prendere come un sacco di patate, ma perchè la controparte ZIA-NONNO, parenti della madre privata della potestà genitoriale a causa di anni di soprusi, si sono avventati contro i colleghi, gli assistenti sociali, gli psicologi e tutti quanti presenti, perchè nella loro mente distorta il bambino è DI PROPRIETA' della madre. I colleghi vanno criticati quando si analizza il contesto dell'intervento. La zia dopo aver creato un casino della madonna FOTTENDOSENE del bambino, dopo aver strappato le vesti a tutti, ha chiesto di vedere il provvedimento, la collega dopo avere preso calci e sputi ha risposto in quel modo. Ha sbagliato ma non va punita. Ma ecco che dall'alto si ergono soloni e talebani che dicendosi colleghi ed operativi, mi appaiano solamente come colleghi che stanno dietro una scrivania 8/14 a profferire sentenze. La sentenza c'era ed era stata emessa da una Corte d'Appello (non magistrati di primo pelo)che disponeva l'esecuzione. Questi giudizi radical-chic del TU hai sbagliato, noi CI vergogniamo potevate risparmiarvele. La MADRE ha la vergogna di non avere ottemperato per ANNI alle sentenze. Doveva crescere il bambino con l'aiuto del padre che tra l'altro lo chiedeva. Mi dispiace ma sempre più sono convinto che i miei COLLEGHI sono quelli che come me, dopo 18anni di servizio, sono ancora per strada a buttare il sangue e continuano a prendersi palettate di merda in faccia. Ma che la merda in faccia me la butti un collega che sa in quale difficilissime condizioni operiamo grazie all'inefficienza delle strutture e delle situazioni, non me lo aspetto. Chi sbaglia paga è chiaro. Ma la Giustizia va amministrata come un buon padre di famiglia, a volte dopo lo scappellotto, arriva l'abbraccio.
    Ed ora scusatemi Vi lascio alle vostre superficialissime considerazioni e vado a riposare un pò. Vado a fare la notte in Volante. Vado ad Amare il mio lavoro.

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    1. beh, caro collega, le notti le fai solo tu. forse i 18 anni di polizia li hai solo tu sulle spalle. forse lavori solo tu e la merda le prendi solo tu. buon servizio.

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  9. La donna, ispettore di polizia, ha detto bene: "Senta, io non sono tenuta a dirle niente... Io sono un ispettore di polizia e lei non è nessuno...". Lei, infatti, è un pubblico ufficiale che sta svolgendo un incarico difficile l'altra, invece, una che senza scrupoli fa diffondere dagli organi d'informazione (che non aspettano altro) un video che irrimediabilmente danneggerà l'esistenza del bimbo poichè verrà ricordato per sempre per l'episodio specifico.
    Quante volte siamo tenuti a giustificare il nostro lavoro, anche in casi meno delicati, dove a sbagliare non siamo noi ma le persone che sanzioniamo o denunciamo!!??
    Quante volte siamo chiamati a dar spiegazioni ad un sindaco o ad un dirigente per un divieto di sosta, per un 186 o per una denuncia a carico di "amici"!!??
    La poliziotta ha la mia solidarietà di vigile urbano.

    PS: l'altra, e lo dico da padre, forse è anche meno di "nessuno".

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    1. La donna è invece tenuta a dare tutte le spiegazioni del caso, secondo me e credo di poter dire anche secondo la legge. Comunque, io credo, come te, che la collega sia nel giusto ma ha sbagliato il metodo. Ovviamente, sono opinioni.

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  10. sono più che d'accordo con Donato...qui è meglio che a parlare siano colleghi che svolgono veramente servizio su strada e non fenomeni che pontificano dietro scrivanie di uffici dove sono imboscati da anni e anni e poi quando li senti parlare sembra che nei loro pochi mesi di servizio di pattuglia hanno salvato il mondo dalla terza guerra mondiale...qui sembra che alla fine i cattivoni siamo noi perchè è troppo facile sparare sulla polizia...neanche più dalle alte sfere siamo tutelati...e noi ci stiamo rompendo le palle...per quanto riguarda te, Lorenzo, non esprimere giudizi di circostanza tipo "io avrei fatto, io avrei detto", bisogna trovarsi nelle situazioni, è troppo facile parlare dopo...un saluto a tutti i colleghi, quelli "veri"..

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    1. Beh, io esprimo una mia opinione, mettendoci nome e cognome. E sono un collega vero, caro fabrizio rm, anche se a te potrebbe non andare a genio che uno la pensi diversamente da te. Anche se non ti entra in testa, io sono là fuori da vent'anni, non sono imboscato e, a differenza di molti altri che sparecchiano difese d'ufficio a tutti i costi, sono tra quelli che hanno promosso una colletta a favore della famiglia del collega che ha ucciso il tifoso in area di servizio ad Arezzo. E tutte le volte che ho difeso i colleghi, mettendoci la faccia e creando osservatori come quelli che tengono sotto osservazione il fenomeno delle aggressioni alle divise, non c'è mai nessuno che dica bravo. Nemmeno te. segno che di correnti te ne intendi. Comunque, ora la faccio finita qui. La nostra è un'opinione e la sottoscriviamo ancora.

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  11. bravi vedo che avete interrotto il blog....è proprio vero che la verità fa male, molto male.....

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  12. caro Lorenzo non prendertela a male per quello che ho scritto, non era certo diretto a te e il fatto che sei un veterano della strada ti porta tutto il mio rispetto...ma non puoi negare che quando succedono queste cose tutti i "fenomeni" della pubblica sicurezza si svegliano...nella mia carriera in Polizia ho sentito e continuo a sentire opinioni da chi è una vita che ha le ginocchia sotto una scrivania...e sinceramente mi dà molto fastidio. Per quanto riguarda gli osservatori son senz'altro una buona iniziativa ma di certo non risolve il problema perchè i colleghi su strada continuano ad essere aggrediti ma questo è soltanto uno dei frutti di questa nostra società ormai allo sbando....ciao Lorenzo

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  13. Ok Fabrizio, zero a zero e palla al centro.
    Noi di Asaps siamo tutti operativi o ex operativi: la storia della nostra associazione è scritta in quello che ha fatto e per questo, dopo oltre vent'anni di lotta ("a-sindacale", lo voglio sottolineare) in difesa delle divise (tutte, senza distinzione di giubba o di qualifica), abbiamo sentito il dovere di dare un parere su quello che è successo.
    Mi rendo conto che quando si parla fuori dal coro, fuori dalla difesa d'ufficio a tutti i costi, si possano dire cose sulle quali non si è d'accordo. Io, credimi Fabrizio, mi sono trovato in situazioni molto difficili, nel corso della mia carriera operativa. Sono stato fortunato e ne sono uscito bene, un po' perché avevo lo strumento culturale e operativo per uscirne, un po' perché mi è andata bene. Sai, il culo, ogni tanto serve...
    Il nostro grido è un grido di dolore perché siamo rimasti soli a fronteggiare gli attacchi alla società e la dimostrazione è quello che è successo a Lodi: dove sono tutti i benpensanti che per i fatti di Padova hanno voluto dire la loro a tutti i costi? Dove sono ora?
    Ecco: tu ci sei, e di questo sono molto contento, perché a parlare, a discutere si cresce sempre. E ci siamo anche noi.
    Infine, ne sono sicuro, c'è anche la collega che a Padova è finita nei casini. Ci siamo sempre, a prescindere.
    Grazie per il thread! E' stato un onore Collega.

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  14. caro Lorenzo,
    ciò che scrivi testimonia tanta passione per questo lavoro e tutto ciò che gli gira intorno e questo è un bene. Sono sinceramente convinto che ci vorrebbero molti Poliziotti come te, purtroppo così non è. Quello che è successo a Lodi mi ha molto colpito come sicuramente ha colpito tutti noi appartenenti alle Forze dell'Ordine in Italia che comunque mi ostino a definire una grande famiglia. Lavorando "in strada" capitano molto spesso situazioni difficili che richiedono esperienza e sicuramente un pò di sano "fattore C" per poterle risolvere e può capitare di sbagliare visto che non siamo robot, ma questo tante persone, anche tra di noi, non lo capiscono. Guardiamo avanti Lorenzo. Un caro saluto.....

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